Per la prima volta il Comune di Grosseto si dota di una sala stampa: potrà essere utilizzata da sindaco, assessori e consiglieri per le proprie attività di comunicazione istituzionale.
L’inaugurazione è avvenuta questa mattina in Municipio. Per dare ancora più lustro alla sala è stata scoperta la targa che la intitola al giornalista toscano Mauro Mancini (ex firma de La Nazione di Grosseto), particolarmente legato alla Maremma, che perse la vita in un naufragio con Ambrogio Fogar a 200 miglia dalle isole Falkland. All'evento era presente il caposervizio locale de La Nazione, Luca Mantiglioni, che ha ripercorso la storia di Mancini.
“Oggi – commenta il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna - siamo a celebrare un obiettivo mai raggiunto prima, l’inaugurazione della sala stampa del Comune di Grosseto. L’abbiamo voluta intitolare a Mauro Mancini, giornalista toscano divenuto maremmano e grossetano, che ha testimoniato ogni giorno la passione e la forza nel raccontare le storie di allora. Vorremmo che il suo stesso entusiasmo fosse da esempio per chi racconta oggi i fatti della nostra terra”.
"È per me motivo di grande soddisfazione inaugurare oggi questa sala stampa – dichiara il presidente del Consiglio comunale, Fausto Turbanti - fortemente voluta dall’Amministrazione per garantire uno spazio ad hoc per la comunicazione a disposizione di sindaco, Giunta e soprattutto di tutti i gruppi consiliari, anche quelli di minoranza, in maniera trasversale e democratica. È la prima volta che questo accade nel nostro Comune e credo che rappresenti un segnale di attenzione sia per gli amministratori, sia per i cittadini, destinatari dell’informazione istituzionale”.
“Da oggi il nostro Ente – afferma l’assessore agli Affari generali, Luca Agresti - si dota di un canale ufficiale per diffondere notizie importanti alla comunità locale, come annunci istituzionali, eventi e decisioni amministrative. Il nuovo spazio contribuirà ancora di più a una comunicazione trasparente ed efficace”.
Mauro Mancini è morto nel 1978 nell'oceano Atlantico a seguito del naufragio del Surprise, un'imbarcazione a vela affondata a causa dell'attacco di un branco di orche, dopo 75 giorni durissimi vissuti con l'amico Ambrogio Fogar in una zattera di salvataggio di pochissimi metri. Tratto in salvo, Mancini morì due giorni più tardi a causa di complicazioni polmonari. Il viaggio, ideato assieme all'amico Fogar per raccontare le acque del Polo sud, si chiuse così in tragedia.