La storia del Teatro degli Industri ha inizio nei primi anni dell’Ottocento, quando, dopo la costituzione dell’Accademia degli Industri due cittadini grossetani, Giacomo Stefanopoli e Giovanni Tognetti, acquistarono la “quarconia”, uno stanzone originariamente adibito ad ostello per i pellegrini e lo trasformarono in sala teatrale. Il Teatro degli Industri fu inaugurato con il titolo di Regio il 3 gennaio 1819. Pur non essendo un teatro di vaste dimensioni quello degli Industri rappresentò fin dai primi anni un luogo fondamentale per la vita culturale della città, dove gli Industri facevano rappresentare principalmente lavori di prosa, ma anche opere liriche, balletti e spettacoli di genere vario; mentre il salone da ballo ospitò più volte la granduchessa di Toscana, Maria Antonietta e lo stesso granduca Leopoldo II. Rivelatosi insufficiente e fuori norma, alla fine dell’Ottocento il teatro fu riedificato più capiente e a norma con le leggi di sicurezza del tempo: il progetto fu seguito dall’architetto senese Augusto Corbi. Nel 1892 fu riaperto con la rappresentazione della Cavalleria Rusticana alla presenza dell’autore Pietro Mascagni. In seguito alterne vicende portarono alla donazione dell’edificio, da parte dell’Accademia degli Industri, all’Amministrazione Comunale che lo utilizzò principalmente come sala cinematografica procedendo a vari interventi edilizi. Negli ultimi anni del Novecento, il Teatro degli Industri è stato sottoposto ad una attenta ristrutturazione conservativa per riportare alla luce le decorazioni originali di fine ottocento. Attualmente il Teatro degli Industri rappresenta un bellissimo esempio di teatro all’italiana con trecentotrentasei comodissimi posti.